Patria è un romanzo straordinariamente bello, come se ne incrociamo pochi tra i contemporanei sopra le 600 pagine.Ed è bello per più ragioni e in più maniere. È animato da personaggi che sembra di conoscere, di aver incontrato in una piazza di paese, sul pianerottolo di casa, al supermercato. Fanno errori, hanno difetti, dialoghi, caratteri che si avvertono vicini, familiari.È

C’è un libro più recente di Kundera che vale la pena non dimenticare, non fosse altro che per un paio di aneddoti che riporta, con quel tono sarcastico, un po’ nero, sempre adulto e spesso sospeso tra romanzo e saggio che contraddistingue in qualche modo la sua scrittura. Meno dirompente e iniziatico di quella leggerezza dell’essere che nel testo originario

Miracoli metropolitani ha un ritmo sostenuto, gode di un grande affiatamento della compagnia Carrozzeria Orfeo che lo porta in scena e gli attori sono, come già emerso in altri lavori, bravi e versatili. Scorre veloce nonostante la durata. Le scelte di allestimento scenico funzionano, soprattutto funziona lo zoom sull’ambiente camera da letto determinato dall’avvicinamento all’occorrenza di quella sezione della scena.

Che regalo é poter leggere Fontamara, romanzo che vibra di tensione morale e di amara ironia, contiene una critica feroce al fascismo, al clericalismo, ai dominanti del tempo e restituisce in contrappunto la profonda dignità rurale, senza retorica, né romanticherie. Sopra a tutti si staglia il ritratto del protagonista Berardo, forte come un toro,  segnato dalla malasorte, un gigante costretto

La città dei vivi può piacere per tante differenti questioni e dispiacere per una, unica, grande. Ha un incipit memorabile, come l’inizio di un film senza tempo, con uno sguardo sopra la quotidianità romana riconoscibile, realistica. Ha una trama che si sviluppa fitta, attira, si fa glaciale e attraversa eventi tragici, personalità tossiche, dinamiche sociali micidiali, sviscerate con lucidità e

La ferocia non è un titolo posticcio, azzeccato là a solleticare la curiosità del lettore, o imposto per finalità commerciali dall’editore. La ferocia, fredda e senza speme, è proprio la cifra distintiva del libro di Nicola Lagioia; stilla come veleno dalle pagine in un romanzo con ambientazioni contemporanee e sentimenti di fondo senza tempo. Le vicende narrano di una famiglia barese

Irriverente e radicale, impacchettato come un romanzo ha dentro un disarticolato saggio che pone al centro il lettore; un giochetto sapiente, caro all’inarrivabile Italo Calvino in “Se una notte di inverno un viaggiatore” Complice una scrittura elettrica che non conosce pausa, né punteggiatura, joyciana (?), un ritmo incalzante, sfidante, mai un momento é buono per rallentare o per tenere un

I fatti sono fin troppo noti, Andrea Sannino – quello di “Abbracciame” – gira il video della sua nuova canzone – Voglia – nel museo di Capodimonte con la flagellazione di Caravaggio per sfondo, sulla scorta di quanto altri musicisti vanno facendo altrove. Si levano gli strali di Tomaso Montanari e Nicola Spinosa, peraltro spesso impegnati a fare il controcanto

Con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, l’autore, Remo Rapino, fa un viaggio coraggioso e struggente dentro la testa di un “cocciamatte” di paese. Lo fa e invita a farlo con una lingua ritmica che sa di dialetto meridionale e di parole morzate e inventate specificamente da questo personaggio che superati gli ottant’anni ricorda la vita sua e i

Raffinato, ironico, colto come una lectio magistralis e fluido come certi racconti da bar, con Vite di uomini non illustri Pontiggia regala ritratti di persone e di contesti bastevoli per dieci serie televisive e spunti sui caratteri umani e sulle loro possibili configurazioni che aprono a mille e mille altre considerazioni. Tanti brevi racconti, buoni da leggere al Sole, con