La sperimentazione di un vaccino italiano contro il sovranismo.

febbraio 17, 2021

Aleksandr Dugin é un signore russo con barba trasandata, denti irregolari e aspirazione profetica. Va ripetendo a piè spinto il concetto centrale intorno al quale ruota la sua quarta teoria politica. Sostiene, lungamente ascoltato oltre che ispirato da salvatori della patria e umanisti indiscussi che vanno da Putin a Erdogan, da Le Pen a Salvinim, un punto essenziale. Presto saranno maturi i tempi per il sovranismo populista, quale antidoto naturale contro il liberalismo imperversante a ogni latitudine, dice.

Negli ultimi secoli, evidenzia Dugin, le tre grandi ideologie sono state in sequenza: il liberalismo, la sua contrapposta da sinistra (comunismo), la sua contrapposta da destra (nazifascismo). Ha vinto il liberalismo prima su nazifascismo (seconda guerra mondiale), poi sul comunismo (caduta del muro di Berlino).

Siccome il liberalismo è retto da élite nemiche del popolo, favorevoli ai diritti di genere e ai processi migratori, sarà naturale un movimento collettivo e illiberale che tuteli la tradizione, sovverta gli equilibri, conquisti il potere e metta tutti al riparo dal peccato (sialode).

In questo sta la quarta teoria politica. Che poi di originale ha il tentativo di ridurre il tutto a popolo contro elite, pretendendo di far coincidere questa dicotomia con quella che vorrebbe il sovranismo contro il liberismo.

Per il resto é in tutta evidenza una truffa. Prima di tutto perché nasconde una parola centrale: democrazia. Dugin e i suoi epigoni non arrivano mai a dire chiaramente che questa loro tanto raccontata quarta teoria implica la limitazione fortissima delle libertà personali e la fine dell’unico sistema che – pure con tutti i limiti – pone come elemento fondamentale un principio: siamo tutti uguali davanti alla legge, tutti hanno diritto a candidarsi e a votare. La democrazia, appunto.

Non accade perché non conviene. Come non  conviene, a quanto pare, dire una seconda cosa che pure appare molto semplice.

Il sovranismo di Dugin,  a guardar bene, é solo un modo differente di fare propaganda per le aspirazioni putiniane di dominio o quanto meno di influenza estesa ben oltre i confini russi ed ex sovietici e naturalmente in primis in Europa.

Per il resto, sotto il colbacco, l’ideologia ricalca pari pari quella dell’estrema destra del secolo scorso. E prova a tenere assieme, malamente, il comunismo, dal quale l’immarcescibile Vladimir proviene, e il fascismo, verso il quale tende.

Per queste ragioni il sovranismo trova terreno fertile non solo tra le peggiori espressioni di dittature di fatto come quella di Orban in Ungheria, ma anche tra gli interpreti di una destra populista, illiberale e retrograda, che ha interpreti di un qualche rango anche da noi.

In questo scenario o anche in questo scenario, il discorso del Premier incaricato é una buona notizia.

Nessuna sorpresa in merito al Draghi Pensiero, ma non era per niente scontato un tono così marcatamente antisovranista nel suo primo discorso da Capo del Governo incaricato. Tanto più tenendo conto della composizione della maggioranza che si propone di sostenerlo. Salvinim é avvisato.

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