Domande al Vento. (Per chi girano le pale).

settembre 22, 2018

Vento, che in Irpinia soffi spesso. E a volte ricordi un forte scuotere di lame. A te, a te a cui dobbiamo pare anche il nome evocativo di “Malepasso” per quell’area scelta a costruire Aquilonia nuova.
Vento, tu che tutto ascolti e tutto sai, conta: quante sono complessivamente le pale eoliche installate in Alta Irpinia? Quanto costa complessivamente l’impianto di una pala? In quanto tempo si ripaga?
Quanta energia produce una pala in un anno? Quanto rende? Quanto rendono complessivamente le pale installate? Quanto di quel che rendono resta al territorio? Esistono esperienze di società miste pubblico privato per la gestione delle pale eoliche in Irpinia e per la divisione di utili a vantaggio del territorio? Perché non ne esistono su vasta scala se questo modello è più redditizio per le comunità locali, come dimostrano esperienze di alcuni decenni fa nel Nord Est, per esempio? Perché politici navigati appartenenti a partiti contrapposti poi siedono fianco a fianco a favore di un modello di pale eoliche che lascia al territorio solo briciole a qualcuno, tozze di pane con formaggio di pecora a pochi eletti, in cambio di uno scempio secolare per tutti? Perché le società del settore affittano terreni per metterci le pale eoliche spendendo in un anno quanto basterebbe a comprarli, quei terreni, una volta e per sempre? Sarà mica per guadagnare consenso tra la popolazione e poi metterlo, il consenso, alla prova e verificarlo e rinnovarlo con l’affitto anno per anno? Sarà mica perché nei contratti poi si prevede pure che la società nulla sia tenuta a fare per ripristinare i terreni quando le pale andranno in disuso? Vento, dimmi, é vero che diverse società del settore hanno più volte avuto problemi con la giustizia finanche per criminalità organizzata, oltre che per truffa nell’appropriazione di fondi europei? E gli amministratori locali lo sapevano, lo sanno? É vero che giornali locali e squadre di pallone sono strumenti usuali per favorire il consenso, oh Vento? Le società del settore eolico é vero che lo sanno bene? É vero che un settimanale irpino qualche tempo fa proponeva sotto forma di quiz a premi pubblicità improbabili che paragonavano le pale a novelli fenicotteri metallici?
E invece gli uccelli, quelli reali, hanno davvero mutato le rotte migratorie per via delle pale eoliche? E le mucche? è vero che si incantano a guardarle, le pale, e alla fine fanno meno latte? E noi tutti? É vero che siamo incantati quanto e più delle mucche se queste domande non ci poniamo neanche più e lasciamo i comitati e le poche persone che rischiano sulla propria pelle da soli contro i mulini di metallo? 
Vento, cosa ne resta, di tutto questo appalamento di orizzonti a chi in quel territorio ci vive?
Non ci vorrà, Vento, almeno una tassa per l’affitto quotidiano dei panorami di collina?
Cantavi per tutti, Vento, ora che cosa sei ridotto a fare? Per chi, per cosa? Sei sicuro che ne valga ancora la pena?
Continua a soffiare, ti prego, per passare tra i filari delle vigne, per risvegliare di fresco i muscoli della faccia schiarando i pensieri e per scompigliare, come cantava Bertoli, le donne fra i capelli.
Soffia basso ché per far questo può bastare, soffia basso e fotti così i lunghi piloni verticali che presidiano altissimi, come truppe di occupazione, una terra da sempre votata alla conquista forestiera. Soffia ancora, ma soffia contro chi viene qua solo per mangiarci addosso.
Che dopo l’osso, pure l’aria son venuti a rosicarsi. Manco li cani.

 

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