“L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio. Un diamante grezzo per strade di campagna poco battute

settembre 3, 2017

Un romanzo di formazione schietto, una trama non scontata e ricca di dettagli e richiami a un mondo arcaico, dove le parole dette sono poche e pesanti, i gesti rari, significanti.
La scrittura scorre fluida e porta progressivamente dentro al mondo interiore ed esteriore di una ragazza che vive un’esperienza non così rara negli ambienti più poveri dell’entroterra almeno fino alla metà del secolo scorso.
I dettagli, i gesti anche secondari, i silenzi costruiscono un quadro di insieme credibile, suggestivo, che attraverso le relazioni e gli accadimenti di alcune persone riesce a richiamare qualcosa di profondamente immutabile, di arcaico e viscerale.
La lingua non è per nulla scontata, tiene dentro sapientemente l’italiano e un dialetto che si sente impastato di terra. I dialoghi rendono scene e tensioni in maniera immersiva . La sensazione è che oltre quel che nel libro è scritto, è riportato, vi sarebbero tante altre cose che si potrebbero dire, approfondire, ma che vengono sacrificate per evitare eccessive digressioni. É una sensazione che dovrebbero lasciare sempre gli scrittori. Ogni capitolo ha una sua chiusura curata che fa da balsamo a qualche respiro dedicato, prima di immergersi nelle pagine a seguire.
Potrebbe essere stato scritto alcuni decenni fa oppure ieri. E anche questo é un punto di valore.

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