Non è necessario essere in tutto d’accordo con le analisi e le considerazioni di Alessandro Barbano per apprezzare “Troppi diritti. L’Italia tradita dalla libertà”, pubblicato a marzo 2018, mentre l’autore sedeva saldamente alla direzione de IlMattino. L’assunto di fondo parte da una prospettiva insolita e difficilmente contestabile: c’è in Italia una tendenza diffusa a chiedere e a pretendere condizioni spesso

Stranieri, straniere più specificamente, venute in Italia a faticare. E gente del Belpaese. Assalti alle baracche, immigrate scomparse o trovate morte e senza un nome. Familismo amorale capace di farsi complice dei peggiori misfatti contro chi metta in pericolo la sicurezza dei propri costumi, metta a rischio la campana di vetro del proprio modo, tranquillo o noioso, di vivere. Com’è

Chiamami con il tuo nome ha nelle ambientazioni avvolgenti, in alcuni dialoghi – alcuni, nella cura di certi dettagli, nella lenta creazione dell’attesa, nell’interpretazione di “Elio” e nella colonna sonora i suoi tratti migliori. Può rappresentare forse una carezza a tratti terapeutica per chi avrà affrontato altre ruvidezze nello stesso percorso di scoperta e a qualcuno piacerà sul piano politico.

Un romanzo di formazione schietto, una trama non scontata e ricca di dettagli e richiami a un mondo arcaico, dove le parole dette sono poche e pesanti, i gesti rari, significanti. La scrittura scorre fluida e porta progressivamente dentro al mondo interiore ed esteriore di una ragazza che vive un’esperienza non così rara negli ambienti più poveri dell’entroterra almeno fino

Il ritmo é avvincente, scandito da frequenti cambi di scena. I personaggi sono coerenti. Le ambientazioni presuppongono una conoscenza di massima dei luoghi in cui si svolgono le azioni in capo al lettore. Sembra scritto per essere tradotto in un episodio di una serie televisiva. La trama, infatti, risponde a un modello tipico dell’arte visiva. La tensione, tuttavia, ha alcuni

Il risveglio dal sonno delle abitudini, da una vita che non ti appartiene, può arrivare in qualunque momento. O anche mai.

É fondamentalmente un film di “riscatto” di uno che all’inizio pensa solo a sé e poi rischia la vita per gli altri. La trama non è scontata. É scritto molto bene e niente è lasciato al caso. I personaggi sono coerenti e credibili, nella loro originale identità. Gli attori bravi. Santamaria – affatto evitabile a teatro – qui si fa

É sempre complicato provare a dire qualcosa che suoni critico verso chi esprime senza dubbio una espressione di Napoli attenta, battagliera, che si cimenta nell’arte e nel sociale. Dove non soccorrono competenze specifiche, come per queste riflessioni, rimane comunque uno sguardo intriso di curiosità per chi propone un registro nuovo, chi tenta un linguaggio inesplorato, prova un passo originale. Quanto

Avere enormi potenzialità e non esprimerle é il peggiore degli sprechi. Napoli vive questa condizione da troppo tempo e le modalità con cui si appresta alle prossime elezioni non lasciano presagire niente di buono. Fioccano  candidature come se il problema fosse trovare una persona con poteri traumaturgici o buone aderenze in politica. Tra poco partirà la gara a chi ha

Una ricostruzione punto per punto di quanto è accaduto prima durante e dopo il Casoriagate, dalla penna della giornalista che per prima lo ha fiutato. E in più tante informazioni di scenario che vanno anche oltre, attraverso la storia, per esempio, di due candidate, ricordate da Conchita Sannino. Una é Emanuela Romano. Alle elezioni europee doveva stare in lista ma