La desuetudine della lingua scritta e di un certo modo di ragionare marzo 23, 2023 La lingua scritta sembra destinata a una progressiva e inarrestabile desuetudine. Sarà anche vero che complessivamente non si è mai “scritto” così tanto: il numero di pagine web è esorbitante e la crescita negli anni più recenti è stata esponenziale. La messaggistica poi è eccessiva. Questa, tuttavia, è una angolatura controluce, che non consente di guardare nitidamente allo scenario attuale e all’imbuto nel quale ci stiamo infilando. In primis la scrittura, quando è, nella più parte dei casi è digitale, non passa per una biro e un foglio di carta. I messaggi digitali poi sono sempre più brevi, gli emoticon si sono imposti come facili sostituti delle espressioni più frequenti, i messaggi vocali superano finanche la questione dettatura. La scrittura per il web e oltre il web è sempre più automatizzata. #ChatGPT è il fenomeno del momento,con una tendenza pericolosa a ergerlo sempre più anche a oracolo. Scrive al posto nostro e in questo non è una grande novità se non forse per la resa. Già tantissimi portali – alcuni anche di notizie – affidano da tempo la scrittura di interi pezzi alla cosiddetta intelligenza artificiale, con #jasper tra i sistemi più diffusi. Anche quando a scrivere è l’essere umano, il linguaggio si va impoverendo. Usiamo sempre meno idiomi; per una parola nuova che entra nel vocabolario ne perdiamo una decina. La scrittura si impoverisce soprattutto perché per essere funzionale si richiede che la lingua, la scrittura, sia omologata; si pretende che risponda a regole molto precise, a esatte corrispondenze, con buona pace per creatività e originalità. Aggiungi un numero nel titolo, ripeti le parole chiave almeno tot volte. Sono da tempo alcuni tra i nuovi mantra. Gli audio e i video si impongono come sistema di comunicazione più diretto, immediato, progressivamente prevalente. I riflessi sono fortissimi e per lo più ignoti anche e soprattutto sul piano della formazione. Il modo in cui si forma il ragionamento dentro la nostra testa è stato per qualche secolo collegato strettamente all’apprendimento e all’esercizio della scrittura. La grammatica, le coniugazioni e il vocabolario hanno creato una forma mentis che permette di ragionare su tutto, ben oltre gli aspetti linguistici. Questo tempo è al suo crepuscolo, cosa sostituirà la parola scritta umana non tanto come strumento di comunicazione quanto come impalcatura sulla quale costruire i ragionamenti non è dato sapere. Neanche ChatGPT – per ora – osa rispondere. Lascia un commento Annulla risposta Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Navigazione articoli Tempo smollicatoKundera, Stalin e la prostata di Kalinin (di obblighi e di libertà)