Teste giovani, come Masullo

agosto 27, 2010

(ildenaro)

Un racconto allucinato di Dino Buzzati dal titolo “All’idrogeno” indaga sulle reazioni degli abitanti di uno stabile a seguito del recapito a domicilio di una bomba H. La tensione degli inquilini sale per le rampe assieme all’insolito pacco di consegna. Poi si stempera appena scoprono che non sono loro i destinatari dell’ordigno, bensì l’inquilino del piano di sopra.

Un racconto di cinquant’anni fa eppure “giovanissimo”. Tanto più che la storia politica e civile degli ultimi decenni si distingue per una progressiva perdita del senso di collettività, a fronte delle “cricche” e di un malinteso individualismo, di chi persegue i propri fini anche contro gli interessi collettivi. Nel contempo gli spazi di partecipazione si sono progressivamente ridotti e con loro la funzione essenziale di tanti organismi intermedi di rappresentanza. La politica (che in Campania ha un ruolo fortemente prevalente rispetto all’economia) ha puntato al rapporto diretto con il singolo elettore, per rispondere a sue richieste personali e garantirsi il consenso quando non “cointeressenze”. Ne è scaturito un sistema di rappresentanza asfittico sia per la presenza delle medesime persone per troppo tempo, sia per l’assenza di un ricambio vero. La cooptazione, infatti, da sola, resta un meccanismo di perpetuazione di modalità consumate, politiche già sperimentate, obiettivi consolidati e interessi ben individuati. Aprire le finestre per far entrare aria fresca e adottare modalità nuove è necessario. La meritocrazia, la trasparenza, la definizione di obiettivi misurabili, un sistema di premialità e sanzioni più efficace, un recuperato senso della collettività e dell’etica pubblica, il rinnovamento della classe dirigente sono tutti elementi notoriamente necessari per avviare un cambiamento che non può avere tempi brevi. E che può prendere forma solo se vi è un coinvolgimento diffuso di persone, esperienze, idee, superando la tendenza ad affidarsi al Salvatore di turno. Ma il giovanilismo rischia di essere peggio della stessa gerontocrazia imperante, se guarda solo all’anagrafe. Aldo Masullo, per esempio, mi appare giovanissimo. Se personalità come la sua decidessero di avere un nuovo ruolo di diretta responsabilità nella cosa pubblica sarebbe una buona notizia. Anche perché di sicuro si avvarrebbero della collaborazione di tante teste, giovani e lontane da certe diffuse asfissie. E invece che occuparci di idrogeno, chissà, potremmo respirare tutti un po’ di sano ossigeno rigenerante.

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