La Bolgia, non solo Noemi Letizia

aprile 5, 2010

Una ricostruzione punto per punto di quanto è accaduto prima durante e dopo il Casoriagate, dalla penna della giornalista che per prima lo ha fiutato.
E in più tante informazioni di scenario che vanno anche oltre, attraverso la storia, per esempio, di due candidate, ricordate da Conchita Sannino.
Una é Emanuela Romano.
Alle elezioni europee doveva stare in lista ma scoppiò l’affare “ciarpame” e venne trombata.
Suo padre minacciò di darsi fuoco sotto Palazzo Grazioli, sede romana di Silvio Berlusconi. Fu trattato con grande gentilezza dal corpo di guardia e gli venne trovato poi anche un posto.
Per la figlia pure non mancarono le attenzioni. Le venne intanto propinata l’opportunita di seguire un Master in Publitalia in attesa di future nuove elezioni.
Si potrebbe in fondo tenere questa duplice attenzione sotto la voce “politiche per la famiglia”.
Fino a che non vengono le regionali e Emanuela trova finalmente spazio. “Mo’ basta, aràp l’uocchie” recita definitivo il suo manifesto.
Con lei, tra le altre, viene candidata alla regione campania anche Giovanna Del Giudice, già meteorina.
Nonostante le qualità indubitabili di Emanuela e Giovanna, nessuna delle due riesce a prendere consensi sufficienti per essere eletta.
Per entrambe emerge a questo punto però una nuova opportunità: un posto direttamente in Giunta. Assessore.
Avesse avuto seguito si sarebbe trattato evidentemente di una nuova interpretazione della famosa questione delle quote, quote rosa, rosa shocking.

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