Karl Marx Show, proletari di tutto il mondo perdonatemi. Un libro “spettacolare”

febbraio 28, 2021

Irriverente e radicale, impacchettato come un romanzo ha dentro un disarticolato saggio che pone al centro il lettore; un giochetto sapiente, caro all’inarrivabile Italo Calvino in “Se una notte di inverno un viaggiatore”

Complice una scrittura elettrica che non conosce pausa, né punteggiatura, joyciana (?), un ritmo incalzante, sfidante, mai un momento é buono per rallentare o per tenere un fatto, un accadimento, per certo, basta girare la pagina e tutto può essere rimesso in discussione

gioca con un senso del tempo e si fa beffa del modo lineare nel quale ci accomodiamo con i calendari, per convenzione e per non soffermarci troppo su interrogativi senza risposte univoche, confortanti.

Tutto accade ora e allora, tutto è finto e in qualche modo vero, lo sguardo é visionario e realistico assieme, con un quid che poi sarebbe diventata la cifra di Michel Houellebecq, almeno in Serotonina e in La carta e il territorio.

La conoscenza approfondita delle varie teorie intorno al comunismo renderebbe verosimilmente l’opera più godibile, specialmente alcuni dialoghi sostenuti tra il protagonista, lo scrittore ovvero il lettore, e personaggi come Michail Bakunin, per esempio, al quale l’autore fa dire, quasi redivivo o come in un sogno “Ciò che è accaduto era perfettamente prevedibile fin dall’inizio! La cecità di chi crede di poter raggiungere l’uguaglianza economica e la giustizia prescindendo dalla libertà ha portato il genere umano a un disastro senza palliativi! Come non mi stancavo di ripetere agli affiliati all’Internazionale, l’uguaglianza senza libertà è una finzione inventata da ciarlatani per abbindolare i gonzi! Eguaglianza senza libertà é dispotismo di Stato!

Su tutti c’è un Karl Marx così umanizzato, osservato nelle sue vicissitudini familiari o al cospetto di una rigorosa femminista, carismatico, a tratti contraddittorio, proiettato nello schermo a farsi show, questo personaggio storico e simbolico posto dinanzi al crudo giudizio del tempo, a verificare come certe questioni non solo non siano superate ma siano peggiorate.

Un libro come uno spettacolo, amaro, sferzante, che alla fine forse è meglio non fare, alla fine a chi interessano oggi Karl Marx e il comunismo.

Un testo che all’inizio può sembrare quasi una prima stesura di un’opera che non sia passata attraverso un’occhialuta revisione, meritevole ancora di limature e di un sapiente appianamento di apparenti incongruenze. Si scopre solo poi che tutto si riconduce a un invito al viaggio ricevuto da parte dell’autore, un viaggio assieme a lui o meglio assieme al suo alter ego, impegnato in questo progetto spettacolare intorno a Marx. In un libro che si scopre, contrariamente alle prime impressioni, sempre sorvegliato.

Karl Marx Show, proletari di tutto il mondo perdonatemi, va letto, appuntato, guardato controluce per cercare la trama singolare che tiene assieme le pagine, ne sviluppa la sequenza in una maniera che non ha nulla di convenzionale.

Neanche la numerazione delle pagine, né l’immagine in copertina e altre all’interno. Lo show é il libro cartaceo, da leggere con gusto, da risfogliare, e le sue immagini da vedere con gli occhialini di cartone allegati. Un occhio chiuso e l’altro aperto, perché i due filtri sono differenti. E si può verificare così come, guardando verso lo stesso punto, si vedano due immagini in tutto differenti, a seconda della lente che si adopera. Da che punto guardi il mondo tutto dipende, insomma, come insegna il maestro Jarabe De Palo. E cosa c’è di più distante da qualsiasi assolutismo di un “dipende”?

 

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