Eroi, niente sarà come prima e l’aroma del caffè

maggio 5, 2020

Chissà se sta anche nell’elenco delle cose insopportabili con il quale si apre Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino, toccherà controllare. Di certo più passa il tempo, più tende a sfastiriare, a irritare, in un crescendo da marcia bandistica o da ouverture della Carmen di Bizet (ci tenevo a fare una citazione che apparisse colta). Di che si tratta? Naturalmente di lei, nostra regina la Retorica. Spesso a braccetto con suo maestà l’Assolutismo (verbale, almeno in questo caso).

In questo periodo, non bastasse il resto, abbiamo il privilegio di assistere a un trionfo di retorica, tanto per varietà dei messaggi, quanto per incredibile accondiscendenza a farli girare a loop. Oltre il meme c’è la retorica. Un esempio per intendersi: eroi. Eroi, usato una volta per una persona per un episodio, é molto impegnativo. Già detto a chiunque é veramente in prima linea per salvare vite umane si fa scivoloso. Ci sta, ma è scivoloso. Quando poi é usato tutti i giorni e per chiunque svolga una qualsiasi attività  durante la quarantena o anche ora finisce per non significare più nulla. Tutti eroi, nessun eroe. Banale da ragionare quanto necessario da ribadire.

E poi gli assoluti, finti per definizione; su tutti: “niente sarà più come prima”. 

Espressione basculante tra la minaccia e l’auspicio di taluni, reca comunque un turbamento per via di quell’assoluto negativo: Niente. Niente sarà più come prima. Niente di niente. Neanche l’odore del caffè? Niente. Neanche la faccia tra il cortese e l’estorsivo del parcheggiatore abusivo? Niente. Neanche la pizza fritta da E figliole? Niente. Niente, niente.

E la domanda naturale allora è sempre una, almeno qui in Occidente: Perché? Perché tutta sta retorica e tutto questo assoluto? Non basterebbe dire, facendo uno sforzo oltre i cento vocaboli ai quali si è ridotta l’infocomunicazione mainstream, qualcosa di più articolato, di meno assoluto, di meno epico di “eroi” e quindi di una consistenza che assomigli di più alla realtà quale essa appare? I banconisti dei supermercati fanno un lavoro faticoso, si sono esposti a rischi, spesso sono poco valutati per il ruolo che svolgono. Troppo lungo? Deve stare in un hashtag? Basta andare per aggettivi. Apprezzabili, meritevoli, pregevoli, lodabili, encomiabili. Non è difficile ed é alla portata di tutti, se serve Google sta lì, pronto. Basta cercare.

E invece che “Niente sarà più come prima” non si potrebbe optare per un più attendibile Si apre una fase nuova (che non esclude che alcune cose possano rimanere immutate) o qualcosa che suoni come  “Cambio di paradigma”, va bene, si cambia schema di gioco, ma per fortuna il caffè conserverà il suo aroma.

Altrimenti si finisce per condurre, seppure attraverso una strada differente, comunque nel vermicaio dei socialplayer che estremizzano, polarizzano, aizzano. Giocano sporco e monetizzano. Togliendo progressivamente intensità alle parole, volume ai suoni, sapore ai giorni.

Come quei convitati male graditi da Giacomo Leopardi che stigmatizzava come usassero su qualsiasi pietanza recare tanto, tantissimo peperoncino piccante. 

Sono esseri volgari, diceva Giacomino, per sentire qualcosa ormai devono usare tanto peperoncino, sono incapaci di distinguere i sapori, di sentire al palato, di coltivare la sensibilità e il gusto. Che ci sia sotto un dolce degli eroi o il sapore sapido della critica politica tutto, così, perde senso e sapore. Resta sempre, ovunque e soltanto il sentore coprente del peperoncino piccante.

Che ben dosato aggiunge un che, ma se si esagera una sola cosa fa: irrita. 

 

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