É così che va. Storie inventate davanti al focolare (n.1)

febbraio 16, 2019

La figlia di Carlicchio ha tredici anni, é grossa di corporatura e tiene la faccia rossa e appicciata dal Sole come tutti in famiglia. E in famiglia sono tanti, sette figli, tutti maschi a parte lei. Non è bella, non è neanche un tipo, non ha modi, non ha particolari doti nel canto o a ballare.

Ha finito a fatica la prima media e sta quasi sempre in campagna, da sola, con le vacche e con gli altri animali. 

Al paese ci va per le commissioni. Non ha un amico e parla molto poco. Risponde al padre e alla madre, se interrogata.

Quando entra in un negozio per comprare qualcosa che in natura proprio non si può trovare, come la medicina per i panni, fa segno verso quello che le serve e muove la testa a chiedere quanto costa.

Poi si ferma a pensare, conta quanti soldi tiene nel borsellino e esce. Entra nell’altro negozio e fa lo stesso, poi compra dove costa meno.

Cammina per quasi un’ora per tornare a casa in campagna dal paese.

Alla figlia di Carlicchio le sono cresciute le tette, ha fatto lo sviluppo tutto in una volta e quando va al paese a fare la spesa al vecchio che tiene il negozio più grande e che è un vecchio porco questa cosa gli spalanca il giallo dentro agli occhi.

La prima volta le accarezza la faccia e le regala un sapone industriale e le dice questo te lo regalo io, lavati con questo e vedrai che ti sentirai profumata e fresca come una rosa.

Alla figlia di Carlicchio nessuno aveva mai parlato così prima, nessuno le aveva quasi parlato mai.

Questa attenzione del vecchio porco le fa fare un sorriso.

Si lava e torna con una scusa in paese il giorno dopo e il vecchio porco ne approfitta. Complimenti, sorrisi e carezze con le dita rattrappite.

Questa volta le dà dieci euro e dice che gliene darà altri tutte le volte che lei vorrà farsi fare due carezze e giocare un poco assieme senza vestiti.

La figlia di Carlicchio non sa niente di porci e non sa niente di sesso. Sa che è un gioco che non le spiace e non le costa fatica. Le piacciono quelle attenzioni e i soldi le fanno comodo. Molto comodo. Prende ad andare in paese tutti i giorni. Quelle attenzioni diventano poi più pesanti e passate due settimane il porco approfitta della figlia di Carlicchio completamente,  non dandosi pensiero di niente. Lei avverte un poco di dolore sul momento, si preoccupa per il sangue ma lui la rassicura e poi lei ha scoperto un piacere che prima mai conosceva o immaginava. Il giorno dopo non torna in paese e il porco si preoccupa. Ma passa un altro giorno e quella torna. Dice che era stata un poco debole e per questo non era andata il giorno prima. Continuano così le cose e solo qualcuno nota che la figlia di Carlicchio sale al paese ormai tutti i giorni e si è un poco acconciata rispetto a prima.

Una volta poi il porco non ha spicci e le dà cinquanta euro interi, le dice: vale per i giorni della settimana che viene.

É allora che lei passando davanti al bar vicino la scuola fa una cosa che avrebbe voluto fare da tempo. Entra e ordina un cornetto e un caffè servito al banco proprio a lei.

Paga con la cinquanta euro e il barista sessantenne lo nota, naturalmente.

Non ci mette tempo a farsi due conti e a capire come che vanno le cose.

Le fa qualche complimento con un sorriso con i denti storti che sporgono dalla bocca, le fa una carezza sulla faccia sempre rossa e appicciata, ma ora anche liscia di nivea del negozio.

Lei si sta, poi per qualche ragione che neanche lei sa dire d’un tratto si ritrae, saluta e se ne va.

Il barista sessantenne va a trovare col sorrisetto complice il vecchio porco del negozio, dando già per sicuro che è così, che sa di come vanno le cose con la figlia di Carlicchio. È quello non lo nega. Non passa una settimana che sono ormai cinque i vecchi porci che organizzati a turno chiamano la figlia di Carlicchio da parte e poi le regalano dei soldi.

In paese si comincia a mormorare, ma la voce è debole e in campagna non arriva.

In capo a sei mesi succede un fatto nuovo: la figlia di Carlicchio sviene. Per chi non la vede da un poco di tempo si nota subito che è più rotonda. É incinta, un guaio.

Parte la consulta dei vecchi porci e dopo che ognuno ha farfugliato qualcosa provando ad allontanare da sé le colpe si cerca una soluzione. Il barista é compare con il medico del paese. Sarà lui a parlargli e a chiedergli consiglio. Il medico é uomo di mondo, conosce il paese e sa come vanno le cose.

Parla alla figlia di Carlicchio e le dice che si è messa, colpa sua, in un grosso guaio. Che se non vuole dare un brutto dolore ai suoi genitori si deve intervenire. La impaurisce molto e la convince in fretta. Tempo una settimana e tutto il problema si è tolto. I vecchi porci tornano con la faccia rilassata. Il medico si convince che in fondo era la cosa migliore. 

La figlia di Carlicchio, ora, ha sedici anni e batte sui viali di Bologna. Come ci é arrivata nessun lo sa. Al paese chi sa di quel che accadde fa finta che niente è successo, chi non sa, non sa. I genitori son sicuri che sta bene e che fatica, tutto qua. I vecchi porci mantengono la stessa immutata, pubblica, immeritata, dignità. É così che possono andare le cose in un paese meridionale giusto qualche anno fa.

É così che va.

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