Se solo ad Aquilonia, in Irpinia, in un anno si gioca un milione di euro alle slot

dicembre 26, 2018

Che Avellino e l’Irpinia siano in cima alle classifiche per i suicidi al Sud si sa da tempo, é noto, se ne parla poco per una antica considerazione sul tema e sui possibili fenomeni imitativi.

Già meno si sa sul consumo di psicofarmaci, che in ogni caso nell’ultimo anno é cresciuto dell’8% su base nazionale (e a naso anche di più nel territorio detto), contribuendo anche esso alla formazione del Prodotto Interno Lordo, molto lordo.

Quello di cui se ne può sapere di più é la dedizione al gioco di azzardo. Complessivamente in Italia secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli negli ultimi anni si sono giocati 400 miliardi (miliardi) di euro, più di un quinto dell’intero debito pubblico italiano accumulato nei secoli, dall’unita di italia a oggi. In un Paese in cui un quarto della popolazione vive in condizioni di indigenza solo nel 2017 sono oltre 100 i miliardi giocati d’azzardo.

Molta parte del giro di affari del gioco é collegato a grandi circuiti criminali ed è utilizzato sia per ripulire soldi provenienti da attività malavitose (droga, prostituzione, armi), sia per fare un ulteriore potentissimo business. 

Finché si parla di Italia ciascuno vedrà il tema come distante. 

Per sentirsi più direttamente coinvolti soccorre la possibilità di verificare (per l’anno 2016 – nel frattempo ahimè le cifre saranno cresciute) quanto si è giocato complessivamente alle slot – solo alle slot – in ogni specifico comune di Italia. 

É una possibilità offerta grazie al Gruppo Editoriale Gedi e che permette di avere una idea più compiuta del disastro che la dedizione compulsiva al gioco di azzardo é per singole persone, intere famiglie, comunità.

Proviamo a inserire nel sito dedicato (accessibile cliccando qui ) “Aquilonia”, piccolo centro dell’entroterra irpino.

Risulterà che la spesa pro capite nel solo gioco alle slot é di 634 euro, 634 euro l’anno per ognuno dei 1.731 abitanti. “Pro capite” considera l’ipotesi in cui a giocare siano tutti, compresi i bambini. Il numero di abitanti, poi, per chi ci vive é vistosamente più alto degli effettivi. Dal che se ne deduce che ci sono persone che spendono cifre di molto superiori a quella media qui indicata.

Complessivamente, comunque,  nel solo 2016 e solo alle slot ad Aquilonia sono stati giocati oltre un milione di euro: 1 milione e 100 mila euro.

Si, in un piccolo comune dell’appenino con un reddito medio stimato in 13.586 euro in un anno solo alle slot le persone giocano oltre un milione di euro. C’è, evidentemente, qualcosa che non va per il meglio e non riguarda certo solo il gioco compulsivo.

Possono sembrare temi diversi, il gioco, gli psicofarmaci, il tasso di suicidi, eppure non lo sono.

Di là dal gioco di piccole somme per mero divertimento –  che ci sta,  non si può certo demonizzare – o dall’uso di certi farmaci in determinate specifiche condizioni, in realtà che sia dedizione compulsiva al gioco, uso smodato di psicofarmaci, tasso elevato di suicidi, si tratta di espressioni diverse di uno stesso malessere e disagio di fondo.

Non vale certo solo per l’Irpinia, ma in questa area ha una sua espressione specifica con tratti in alcuni casi più preoccupanti. Difficile dire cosa si può fare. La ludopatia, la malattia del gioco, comunque, andrebbe trattata come tale, non semplicemente come vizio di cui farsi beffa lontani da chi ne è vittima, con discorsi tra comari. La prescrizione di psicofarmaci dovrebbe avvenire con meno superficialità di quella con cui talvolta avviene da parte di chi confida eccessivamente nella pillolina come risolutrice di malesseri più profondi.

Più complessivamente gli sportelli di ascolto, la socialità sana, le aggregazioni che consentono anche a chi è più fragile di trovare una via di affermazione e di soddisfazione più vera e salvifica (nello sport, nel ballo, nella musica, a teatro, nell’arte, nell’artigianato, nella convivialità o in quel che sia), sono tutte attività benedette. In alcune aree sono attività assai coraggiose e coloro che le pongono in essere andrebbero ringraziati ben oltre la qualità del saggio, del recital o di quel ne consegue, perché fanno cose che valgono ben oltre l’estetica e il senso dell’arte o la vittoria sportiva.

Non può tacersi che nello stesso tempo l’attenzione a questi temi da parte delle istituzioni locali complessivamente, invece, non appare all’altezza di un fenomeno così devastante. Da mai, così si toglie di mezzo qualsiasi retropensiero strumentale. Ma non bisogna disperare. Ora che viene l’anno nuovo le cose cambieranno profondamente. Scommettiamo?

 

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