Il rancore dei proscritti e la saggezza di paese

giugno 6, 2019

Li trovi tra quelli che tornano al paese oramai solo alle feste comandate; si affacciano dall’abitacolo di auto lucenti, fresche di detergente satinato. 

Salutano tutti, anche quelli che non riconoscono; sorridono vistosamente, come certi venditori, ma senza una ragione. Almeno così pare.

Se ti fermi a parlare trovano il modo per raccontare di un concerto recente, di uno spettacolo imperdibile, qualcosa che qui non poteva capitare.

O quanto guadagnano, che casa bella che hanno, come tutto funzioni precisissimamente lì dove ora lavorano, vivono, vivranno.

Può sembrare che facciano un poco come tutti, che esaltino i vantaggi della propria quotidianità a cercare approvazione, ammirazione finanche, ma a guadare bene intendono altro.

Lo scopri se ci parli oltre i convenevoli, meglio la sera, meglio dopo un bicchiere.

Cominceranno a lamentarsi per qualcosa che qui non c’è o funziona male; di quanto la colpa sia nostra che non ci mettiamo a protestare, soliti provinciali, tipico meridionale.

No, non intendono offendere o litigare. Però si arrabbiano e può far dispiacere.

Qualche volta alzano la voce e può anche capitare che uno di loro finisca per urlare qualcosa tipo: io veramente non capisco come fate a rimanere, cosa vi impedisce di partire!

É solo allora che interrompo quello tra loro che più si sta infervorando, lo fisso tranquillo e gli dico piano, scandendo le parole una ad una:

il tuo é il rancore del proscritto, quel modo passionale di confessare alla terra da cui dovesti emigrare, quanto ancora la ami, pure se non ti tenne con sè o peggio ancora ti cacciò lontano.

E ti rimane forte la rabbia nel vedere che ancora esiste, che sopravvive alla tua assenza, immutata nel suo profondo, uguale.

Questo è quello che non sai, di cui non ti dai ragione.

Si sa, si torna sempre alla casa del padre; e certo, meglio sarebbe se si riuscisse a farlo in silenzio, ad arrivarci in pace, disarmati.

Ma qui conserviamo il rispetto per il tuo rancore perché riconosciamo il sentimento che lo ha generato.

Se può consolarti sappi comunque che se ti trattieni qualche giorno in più ti sorprenderai a scoprirlo già passato.

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